... con Riccardo Franchi Allenatore Juniores Regionale Arezzo FA

Ciao Riccardo, il momento è sicuramente difficile, però va affrontato e superato, anche a livello sportivo e calcistico. Come vi siete organizzati in questa direzione?
Ciao Antonio, stiamo passando un periodo davvero difficile, ed anche a livello calcistico non è facile gestire nel migliore dei modi questa situazione. Ci stiamo provando, dando degli esercizi ai ragazzi da fare a casa e tenendosi quotidianamente in contatto per tenere saldo il gruppo. E’ normale che adesso il calcio venga in secondo piano, ma con il giusto approccio cerchiamo di mantenere viva la passione che ci lega.
Questo campionato Juniores regionale te lo sei guadagnato sul campo e dopo tutti questi mesi in cui ti sei confrontato con avversari anche di società blasonate, è come te lo aspettavi?
Per come sono fatto caratterialmente, tendo a vedere sempre le cose più difficili di quelle che in realtà poi sono veramente e questo mi aiuta ad affrontarle con molta più tenacia. Rispetto ad un campionato provinciale è sicuramente più impegnativo, sia a livello tattico, essendoci moltissimi allenatori preparati , sia a livello organizzativo, basti pensare a tutte le trasferte a Firenze che abbiamo fatto, incastrare gli orari con la scuola per partire prima e via dicendo. Dietro alla partita del sabato c’è veramente un gran lavoro organizzativo, da questo punto di vista sono fortunato, all’Arezzo FA c’è un grande staff che mi aiuta in tutto a 360°.
Infatti questo campionato come dicevamo, te lo sei conquistato la passata stagione con la vittoria del campionato provinciale alla guida dell’Orange Don Bosco. A distanza di un anno, nel ripensarci, qual è stato quell’elemento che vi ha dato quella marcia in più per arrivare a fare il salto di categoria?
Gli elementi sono sicuramente tanti, ma la forza del gruppo è stata la nostra arma vincente. I ragazzi si sono messi a disposizione dal primo giorno in maniera eccezionale e partita dopo partita si è accesa sempre più la speranza di potercela fare. La cosa che più mi ha reso orgoglioso è che tutti siamo stati protagonisti di quella scalata, avevo a disposizione venti titolari e tutti hanno contribuito alla vittoria finale. Vincere un campionato non è mai facile, in nessuna categoria, devo dire che vincerlo da allenatore fa un certo effetto.
Ritornando a parlare del campionato juniores regionale, questa è una categoria dove aumenta la responsabilità dell’allenatore perché oltre al risultato sportivo deve traghettare i suoi ragazzi verso le prime squadre.
Il campionato juniores è molto particolare, i ragazzi hanno un’età dove si sentono grandi ma ancora spesso e volentieri non lo sono, quindi oltre che a livello tecnico-tattico, vanno indirizzati anche e soprattutto caratterialmente. Li aspetta un calcio “diverso”, e dovranno essere intelligenti se vogliono continuare a divertirsi. La Juniores è una categoria affascinante perché è costituita da ragazzi che arrivano dalla categoria allievi e si approcciano ad un calcio più “maturo” e tattico e da altri che hanno già acquisito maggior consapevolezza avendo già fatto presenze in prima squadra. E’ dunque altrettanto complicato per l’allenatore conciliare questi due aspetti.
Per concludere, al momento è difficile fare programmi però possiamo sognare e tu come pensi di programmare il tuo futuro di allenatore quando tutta questa emergenza sanitaria sarà finita?
Innanzitutto bisognerà capire come e quando finiremo il nostro campionato. Ad ora la stagione la ritengo positiva, abbiamo una squadra molto giovane composta da tanti 2002 e solo il fatto di non essere mai stati in zona retrocessione diretta è sintomo di un buon cammino. Ovviamente le ultime partite rimaste saranno fondamentali per centrare l’obiettivo stagionale. Per quanto riguarda il mio personale futuro, sto’ frequentando il corso a Siena “Allenatore dilettante regionale” (al momento ovviamente sospeso), mi piacerebbe continuare nel mio percorso di crescita e sicuramente l’Arezzo Fa mette a disposizione strutture, attrezzature e persone competenti, elementi essenziali per poter far calcio. Qua ho davvero trovato un ambiente sano dove poter lavorare e crescere. Quando sarà il momento giusto, valuterò anche l’ipotesi di una prima squadra, è un obiettivo prefissato dall’inizio di questo percorso e vorrei arrivarci pronto. “