A Tu x Tu con Austin Tilghman,San Giobbe Basket Chiusi
A ridosso dell'inizio del girone di ritorno, intervista con Austin Tilghman, playmaker della San Giobbe alla prima stagione con la maglia dei Bulls. Il momento della squadra, le sensazioni personali, le abitudini e un focus a 360 gradi sul numero zero della squadra toscana.
Con Nardò non è arrivato il risultato sperato. La squadra ha però giocato alla pari con i pugliesi in un campo difficilissimo fino all'ultimo possesso. "Domenica scorsa è stata tosta da accettare. Noi ci eravamo preparati benissimo, il piano partita era quello giusto ma è finita con quel tiro all’ultimo secondo. Siamo andati a Lecce per vincere e purtroppo non ci siamo riusciti ma eravamo nelle migliori condizioni per farlo. Io penso che sia un po’ lo specchio della nostra stagione, facciamo le cose giuste, alcune volte non vanno nella direzione che vorremmo, altre, come nel caso della vittoria con Piacenza, invece sì. Dobbiamo solo mantenere questa determinazione, credere in quello che facciamo e credere nel piano partita; le cose andranno bene di conseguenza".
Una delle soluzioni adottate nelle ultime settimane è l'utilizzo in contemporanea tuo e di Raffaelli. Cosa pensi a riguardo? "Raffaelli sta giocando veramente bene in questo periodo. E questo nuovo assetto lo sta aiutando molto nelle prestazioni. In questo momento lui ha un ruolo più importante rispetto al mio nell’economia delle partite e ha il controllo della situazione. Ha fatto un grande step rispetto a inizio anno, gioca molto con la palla, segna ed essendo anche un playmaker riesce ad aprire gli spazi agli altri ragazzi, mette in moto la squadra e mette me in condizione di stare in una posizione migliore. Penso che io e lui ci completiamo a vicenda perché siamo entrambi in grado di gestire l'attacco, di giocare con e senza la palla. Siamo in grado di segnare in modo diverso, lui è un tiratore migliore rispetto a me, quindi la difesa gioca con lui in modo diverso. Penso che sia un'ottima combinazione perché diamo altre dimensioni al gioco".
Domenica 3 dicembre, al PalaPania arriva la Fortitudo Bologna, la prima della classe. "Sono fiducioso. Abbiamo giocato a Bologna la prima partita della stagione e fino al terzo quarto siamo rimasti attaccati al punteggio. Nel finale abbiamo avuto qualche mancanza sui turnover e abbiamo perso, ma sono convinto che anche questa volta il coach preparerà un ottimo piano partita e che saremo pronti per domenica. Non vedo l’ora di giocare, è un appuntamento importante per noi perché inizia il girone di ritorno. Sappiamo cosa ci aspetta, abbiamo già giocato contro la Fortitudo, ne conosciamo il valore e li analizzeremo ancora meglio. Giocheremo in casa, con il nostro pubblico e abbiamo fiducia".
Come ti stai trovando con i tuoi compagni? "Mi sto trovando benissimo con i miei compagni di squadra. La cosa più importante del rapporto che ho con loro è che sto imparando molto al di fuori del campo, la loro provenienza, i loro interessi, sto conoscendo le loro famiglie e i loro figli. Mi aiutano ad imparare l’italiano e queste sono tutte cose importanti per me, stiamo insieme per dieci mesi e facciamo tante cose sul campo; quando non ci alleniamo è giusto allentare la pressione e fare altro tra di noi. Questo è il modo migliore per fare squadra".
Sei in Italia da due anni per il basket ma non solo perché hai interessi al di fuori dello sport. Cosa ami del nostro Paese? "Amo tutto dell’Italia. Quando sono arrivato per la prima volta, due anni fa, non conoscevo molto di questa nazione, nemmeno cosa avrei incontrato dal punto di vista sportivo, sapevo solo delle bellezze dell’Italia. Conoscevo Milano, Roma e Firenze e le loro particolarità, ma stando qua ho scoperto un posto incredibile. Le persone sono fantastiche e gentili, mi sono calato completamente nell’esperienza italiana e questo è uno dei motivi per cui sono tornato e per cui voglio continuare a giocare qua nel futuro. Amo il cibo ovviamente, abitando in una parte rurale me la sto godendo, ma in passato sono stato molto tempo a Milano perché mio fratello giocava lì e adesso vedo la connessione tra città e campagna. L’Italia è molto diversa e sono grato di avere questa opportunità. Con l’italiano ci sto provando. Non è semplice ma i ragazzi mi aiutano e spero di parlarlo bene per la fine della stagione".
Nato e cresciuto negli Stati Uniti, adesso invece stai in un paesino di ottomila abitanti. Come ti trovi? "Diverso, perché sono abituato a vivere la vita in città e ci sono delle cose che non ho qua. Ma stando in un piccolo paese ci sono altri aspetti importanti, c’è più tranquillità, si può stare molto all’aperto e vivere la natura. Le persone qua sono una vera e propria comunità, anche se non si conoscono bene parlano tra di loro, stanno insieme, si divertono. E io amo il fatto di potermi sentire parte di questa realtà, posso ascoltare le loro storie, incontrare le loro famiglie. Passando davanti ai bar vedo gente che posso dire di conoscere ormai. Ma veramente ci sono un sacco di cose da fare, per esempio c’è il lago per andare rilassarmi. Amo la campagna perché in questi posti puoi ritrovare te stesso".
Quali sono le tue passioni? Ultimamente ti stai dedicando molto ai video. "Ho iniziato da poco a fare video e a editarli in modo da creare i miei contenuti. Mi piace molto perché posso dare la possibilità a chi mi conosce e chi mi segue di vedere le cose che vedo io, di fare le esperienze che faccio. Viaggio molto e credo di avere una grande opportunità; in questo modo rendo partecipi anche gli altri delle mie esperienze e posso mostrare ai miei cari in America che ci sono posti bellissimi nel mondo. Non solo questo, i miei video saranno i miei ricordi quando non giocherò più a pallacanestro e rifletterò su quello che ho fatto. Quando avrò dei bambini glieli mostrerò e loro potranno vedere e scoprire quello che ho fatto".
Che tipo di persona è Austin fuori dal campo? "Sono una persona divertente con cui si sta bene. Ho sempre il sorriso sulla faccia e mi sincero che tutti quelli che sono intorno a me stiano bene. Siamo esseri umani, in ogni posto in cui mi trovo, anche se non parliamo la stessa lingue e proveniamo da culture diverse voglio instaurare rapporti. Amo la connessione tra le persone".