... con Tommaso Chini, Badesse, al microfono di Aldo Tani

Tommaso Chini :"Dare il massimo per me non è solo una frase fatta, ma è la piena volontà di non deludere nessuno. Sarei davvero dispiaciuto se non riuscissi a ricambiare la loro stima". .
15.10.2020 20:30 di  Antonio Bruno   vedi letture
Fonte: Ufficio Stampa Badesse Calcio Aldo Tani
... con Tommaso Chini, Badesse, al microfono di Aldo Tani

Solo l’età è acerba, perché per atteggiamenti e modo di ragionare Tommaso Chiti è un giocatore fatto e finito. Diciotto anni compiuti da poco ma coraggio e grinta da vendere. Uno di quelli che il piedi non lo leva mai e, anche a parole, il rispetto se lo va a cercare. Mister Guarducci non si è fatto scrupoli a mandarlo subito in campo e lui, in faccia alla responsabilità, ha risposto da atleta navigato. Quanto basta a diventare una realtà del Lornano Badesse Calcio, ma non a soddisfarlo: la scuola è appena iniziata.

Tommaso, domenica soprattutto il centrocampo è andato in sofferenza cosa non ha funzionato?
«Sono stati bravi a metterci nel mezzo e a mandarci fuori tempo con le uscite. Resto convinto che abbiamo tutti i mezzi per fare meglio e se loro hanno fatto una così bella figura, è anche per demeriti nostri».

Guarducci ha mischiato le carte, cambiandoti posizione con Guidelli. Fare la mezzala è nelle tue corde?
«Io nasco mediano e so che in quel ruolo mi esprimo meglio. Poi mi metto a disposizione della squadra e gioco dove serve. La mezzala l’ho fatta in passato. Per crescere non posso limitarmi a restare dove mi trovo a mio agio».

Dopo le sconfitte la prima cosa alla quale si pensa è rifarsi. Questi giorni di allenamento come sono stati?
«Posso dire che i giramenti di scatole non sono finiti con domenica. Però è bene voltare pagina quanto prima. Così, tornati in campo, abbiamo pensato solo alla prossima sfida. Ho visto gente vogliosa di riscattarsi. Domenica è un’occasione da non fallire».

Hai già due presenze da titolare. Avverti questa responsabilità?
«Un po’ sì, ma è anche vero che l’età è dalla mia parte. Devo essere libero di sbagliare e riprovare. Tutto quello che sta accadendo è fantastico. Io cerco ogni giorno di farmi trovare pronto e crescere seguendo gli esempi che ho in squadra».

Già, che vuol dire avere come compagni giocatori che conoscono bene la categoria?
«Li posso solo ringraziare, perché mi aiutano con l’esempio e le parole. Li vedi allenarsi e poi solo cercare di fare di più. Loro non mollano mai e sono fonte di ispirazione quotidiana».

A centrocampo c’è però anche un altro 2002, Di Blasio. Senti il dualismo con Vieri?
«No, perché con lui ho stretto un grande rapporto. Condividiamo le stesse passioni e ci sproniamo l’un l’altro a dare il massimo. Se gioca lui, posso solo essere contento. E lo stesso vale quando tocca a me».

Sei a Badesse da due mesi. Credi di essere migliorato?
«La strada è lunga, ma alcuni passi in avanti li ho visto. Qui ho imparato a pensare prima di ricevere palla e muovermi anche lontano dal pallone. In questi aspetti il supporto di Guidelli è stato importante, perché l’inizio è stato davvero duro. Venivo da una categoria diversa e con tempi molto più lunghi».

La cattiveria però non ti si insegna. Da dove nasce questo spirito combattivo?
«Sin da piccolo ho imparato a mettere il piede e a non lasciare nulla di intentato. A volte può essere un’arma a doppio taglio, perché l’eccessiva foga rischia di causarti problemi. In campo però credo sia importante guadagnarsi il rispetto e io, non potendo contare sulla stazza, ci metto grinta e cuore».

Il coraggio non ti manca, anche quando si tratta di tirare in porta. Che rapporto hai con il gol?
«Complicato, direi. Anche la posizione in campo non aiuta. Però, non mi tiro indietro se c’è l’occasione giusta. D’altronde, è difficile segnare se non calcia in porta. Ecco, questa regola la porto sempre con me».
Il più grande complimento che hai ricevuto a Badesse?
«Una pacca sulla spalla. Un gesto che può apparire ordinario, ma che per me ha un peso enorme. Anzi, penso che valga più delle parole. E’ un modo per farti capire che, anche quando tutto non è andato al meglio, la fiducia c’è».

A Badesse il sostegno non ti manca. Lo Stazza è un tuo fan dalla prima ora. Cosa significa per te?
«Mi obbliga a un ringraziamento, perché dal mio primo giorno ho sentito tanta fiducia. Stazzoni poi ha sempre creduto in me e con tutto il calcio che ha visto in vita sua, non è una cosa da poco. Perciò, dare il massimo per me non è solo una frase fatta, ma è la piena volontà di non deludere nessuno. Sarei davvero dispiaciuto se non riuscissi a ricambiare la loro stima».

Cosa si augura Tommaso Chiti per questa stagione?
«Di crescere come giocatore, ma prima di tutto, come persona. Quest’anno per me non è solo una stagione di calcio, ma una scuola di vita».

Per avere 18 anni, ragioni da ‘grande’. Non ti penti di non poter vivere come i tuoi coetanei?
«Il sacrificio si sente, quando non si fa quello che si vuole. Quindi, non andare a ballare il sabato per me non sarà mai un problema. Nella testa ho già affrontato questa partita. Io sono nato per questa vita».