La storia in maglia: l'ACF Arezzo si ispira agli Etruschi

I motivi etruschi e la scritta "Aritim" sono il simbolo di una tradizione che guarda all'indipendenza femminile.
20.09.2025 22:41 di  Antonio Bruno   vedi letture
Fonte: La Redazione di Sport a Km 0
La storia in maglia: l'ACF Arezzo si ispira agli Etruschi

ORIGINI, TERRITORIO, EMANCIPAZIONE: L'ACF Arezzo presenta la maglia ufficiale 2025/26

AREZZO - L'ACF Arezzo è orgogliosa di presentare la nuova maglia ufficiale per la stagione 2025/26: un capo d'abbigliamento che va oltre il semplice concetto di divisa sportiva, diventando un vero e proprio manifesto di valori che unisce storia, territorio ed emancipazione femminile.

Il design della maglia è un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione. La prima divisa mantiene l'iconico amaranto, simbolo del club, ma con una novità per la seconda maglia, che debutterà con un elegante grigio, mentre i portieri vestiranno i colori verde e giallo.

Un tributo alla storia etrusca

I nuovi kit sono arricchiti da motivi ispirati ai meandri etruschi, un omaggio alle radici millenarie di Arezzo. Questi eleganti dettagli grafici riprendono decorazioni tratte da antichi reperti, che raccontano la storia di una civiltà capace di plasmare l'identità del territorio.

Sul retro della maglia, sotto il colletto, campeggia la scritta “Aritim”. Secondo alcuni studiosi, questo è il nome più vicino alla forma etrusca della città, un nome che evoca la dea etrusca Artume, dea della luna, che secondo la leggenda fondò la città.

Un messaggio di emancipazione femminile

La scelta di celebrare la cultura etrusca non è casuale. Le donne etrusche, infatti, godevano di una libertà straordinaria per l'epoca, partecipando attivamente alla vita sociale e agli eventi sportivi. Erano considerate figure forti e atletiche, simbolo di un ideale di bellezza che univa grazia e forza.

Con questa nuova maglia, l'ACF Arezzo porta in campo non solo i propri colori, ma anche un messaggio di indipendenza, orgoglio e identità femminile. Un modo per dimostrare che il calcio, oggi come allora, può essere uno strumento di emancipazione e crescita.