Bar, ristoranti, parrucchieri: il premier afferma di stare lavorando ad aperture regionali

Il premier Conte ha aperto alla possibilità di aperture su base regionale ed in base ai contagi per quelle attività che dovevano aprire il 1° giugno.
08.05.2020 15:18 di  Antonio Bruno   vedi letture
Fonte: it.blastingnews.com di B.A
Bar, ristoranti, parrucchieri: il premier afferma di stare lavorando ad aperture regionali

Bar, ristoranti, parrucchieri, estetisti e tutte le altre attività le cui riaperture sono previste per il 1° giugno, potrebbero riaprire prima. Lo ha confermato Giuseppe Conte in una intervista al “Fatto Quotidiano”. Infatti, il premier ha fatto sapere che il governo sta studiando un piano di aperture diverso, con anticipi in base alle zone dove i contagi sono inferiori. Una notizia sicuramente buona, anche perché i dati sui contagi spingono all’ottimismo, salvo rare eccezioni. Tra l’altro, numerose Regioni chiedono a gran voce di seguire questa linea.

Per esempio, Bolzano chiede di riaprire i negozi già da domani 8 maggio, mentre in Toscana vorrebbero riaprire l’11 maggio i negozi al dettaglio e il 18 maggio i bar, i ristoranti e i parrucchieri. Naturalmente, per riaprire in anticipo si dovrà seguire un protocollo, sul quale il quotidiano “Il Sole 24 Ore” anticipa alcuni contenuti.

Aperture già il 18 maggio? Il governo ci pensa

Secondo il programma delle riaperture previsto dal Dpcm del 26 aprile, ristoranti, bar, pub, tavole calde, centri estetici, barbieri e parrucchieri dovrebbero rialzare le saracinesche il 1° giugno.

Il Premier Conte ha, però, fatto sapere di stare lavorando a una possibile riapertura anticipata su base regionale. “In presenza di un protocollo di sicurezza per spazi, ambienti e attività, si potrà decidere di anticipare le aperture”, questo ciò che il presidente del Consiglio ha detto durante la sua intervista. L’ipotesi riaperture già dal 18 maggio, quindi, prende sempre più corpo. Anche il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia ha aperto a questa possibilità.

“C’è un tavolo nazionale che dovrà elaborare i protocolli insieme all’Inail. Vogliamo dire ai lavoratori che possono tornare a lavorare tranquilli perché lo Stato garantisce loro la sicurezza”, così Boccia, che punta quindi a fissare le riaperture, magari anche anticipate, ma sempre nell’assoluta sicurezza per lavoratori e clientela. Infatti, al primo posto per il governo resta la salute pubblica, perché come da tempo ripetono i suoi rappresentanti, bisogna evitare la risalita dei contagi.

Aperture in sicurezza

Dal punto di vista delle procedure e delle prescrizioni per riaprire le attività, l’esecutivo sta approntando uno specifico protocollo con il comitato tecnico scientifico e con i sindacati. Ma quali saranno le regole alle quali i commercianti, i ristoratori e tutti i pubblici esercenti dovranno attenersi per poter riprendere le loro attività, magari in anticipo? Una domanda che, come dicevamo, il Sole 24 Ore ha anticipato. La situazione appare delicata, anche se alcune categorie si sono già organizzate secondo le prescrizioni imposte dalle autorità sanitarie per i settori che già sono aperti.

Ci sono alcune disposizioni che, pur non essendo ancora state confermate, appaiono scontate per le riaperture di bar e ristoranti. Prima di tutto, la distanza di sicurezza dovrebbe essere in cima alle regole da rispettare. I tavolini devono essere distanziati e su questo occorre uniformare le regole, che sia un metro (come si pensa nel Lazio) o due metri (per esempio, a Bolzano). Probabilmente ci sarà un autentico vademecum da rispettare anche per gli avventori di questi pubblici esercizi. Probabilmente, all’ingresso dei locali andrà messo il cartello con le regole, dal lavaggio delle mani, all’uso della mascherina.

Ci sono alcune disposizioni che, pur non essendo ancora state confermate, appaiono scontate per le riaperture di bar e ristoranti. Prima di tutto, la distanza di sicurezza dovrebbe essere in cima alle regole da rispettare. I tavolini devono essere distanziati e su questo occorre uniformare le regole, che sia un metro (come si pensa nel Lazio) o due metri (per esempio, a Bolzano). Probabilmente ci sarà un autentico vademecum da rispettare anche per gli avventori di questi pubblici esercizi. Probabilmente, all’ingresso dei locali andrà messo il cartello con le regole, dal lavaggio delle mani, all’uso della mascherina.

Esercizi, questi, su cui il Cts ha chiesto e raccomandato cautela per via della particolarità di queste attività, con il contatto diretto tra lavoratore e cliente che appare inevitabile. Per queste attività le regole potrebbero essere severe come quelle di bar e ristoranti. Infatti, si ipotizza di programmare l’ingresso di un cliente alla volta, con l’addetto che dovrà indossare mascherina, guanti e visiera protettiva e con i locali sede delle attività, igienizzati e sanificati più volte al giorno, così come tutti gli strumenti utilizzati che andranno sterilizzati dopo ogni cliente.