L’Arezzo di Bucchi: il punto del carattere oltre l’emergenza
Analisi Tattica: Il Pragmatismo di Bucchi nell'Emergenza
1. L'approccio iniziale e il peso delle assenze
Bucchi è sceso in campo con un 3-4-3 che, sulla carta, doveva garantire ampiezza. Tuttavia, l'assenza di Chierico si è fatta sentire nella prima frazione: senza la sua capacità di pulire i palloni e dettare i tempi, l’Arezzo ha faticato a uscire dalla morsa del pressing della Torres, complice anche un campo ai limiti della praticabilità che penalizzava i palleggiatori. La mancanza di Tavernelli ha inoltre tolto quella imprevedibilità nell'uno contro uno necessaria per scardinare una difesa fisica come quella sarda.
2. La lettura dell'intervallo: La scossa tattica
Il vero merito di Bucchi risiede negli accorgimenti presi nello spogliatoio. Sotto di un gol e con una squadra che faticava a pungere, il tecnico ha rimescolato le carte con intelligenza:
L'inserimento di Ravasio: Togliendo un esterno (De Col) per una punta centrale, ha dato un riferimento fisico in più vicino a Cianci.
L'arretramento di Varela: Spostando Varela sulla linea dei quattro a centrocampo, Bucchi ha abbassato la qualità ma aumentato la spinta dinamica dalle retrovie, costringendo la Torres ad abbassarsi.
La gestione psicologica: Nonostante il gol subito "a freddo" (il terzo consecutivo), la squadra non si è disunita, segno di un gruppo che segue l'allenatore anche nei momenti di difficoltà numerica.
3. Equilibrio e sofferenza finale
Nel finale, Bucchi ha saputo gestire le rotazioni (inserendo Perrotta per dare freschezza alla difesa e Meli per compattare il centrocampo) capendo che, data la situazione dell'infermeria, un pareggio a Sassari era un risultato da difendere con le unghie. La squadra ha chiuso in sofferenza, protetta da un super Venturi, ma l'assetto disegnato dal tecnico nella ripresa ha permesso all'Arezzo di dominare territorialmente per lunghi tratti, sradicando un punto prezioso in un contesto ambientale e fisico difficilissimo.
In sintesi
Bucchi ha vinto la sfida "di nervi". Se nel primo tempo l'assenza di Chierico e Tavernelli sembrava aver tolto anima alla manovra, la capacità del tecnico di trasformare la squadra a gara in corso ha dimostrato che l'Arezzo ha un'identità solida che va oltre i singoli. Un punto di platino conquistato con il carattere più che con il fioretto.
