Il ritorno dei "ragazzi" della Cricca: quando l’amaranto è per sempre

A cinquant'anni dalla fondazione, ex calciatori e dirigenti si ritrovano a tavola per celebrare la storia del club di Santa Maria delle Grazie.
25.12.2025 10:44 di  Antonio Bruno   vedi letture
Fonte: La Redazione di Sport a Km 0
Il ritorno dei "ragazzi" della Cricca: quando l’amaranto è per sempre

Il battito del cuore Amaranto: La Cricca Club si ritrova ed è subito leggenda

AREZZO – Ci sono maglie che non si tolgono mai davvero, nemmeno quando i tacchetti sono appesi al chiodo da decenni e il tempo ha segnato il passo. La maglia della Cricca Club, con quel suo amaranto d’ordinanza, è una di queste: una seconda pelle che profuma di polvere, amicizia e sogni di provincia, nata all'ombra del campanile di Santa Maria delle Grazie.

Nei giorni scorsi, quel gruppo di amici che ha segnato la storia dello sport dilettantistico aretino si è ritrovato a tavola. Ex dirigenti e calciatori di diverse ere si sono guardati negli occhi, scoprendo che gli anni hanno solo rafforzato quel legame indissolubile nato nel 1974.

Dal sogno del "Comunale" al fango del Giotto Est

Tutto ebbe inizio da un’ambizione semplice ma fiera: partecipare ai campionati CSI e dare la caccia al torneo "Città di Arezzo". Il premio in palio era il più nobile per ogni calciatore della nostra terra: la possibilità di disputare l'atto conclusivo al Comunale. Per quei ragazzi amatoriali, calpestare l'erba dello stadio principale era l'autentica "Terra Promessa".

Durante la serata, tra una portata e l'altra, sono riaffiorate le immagini delle prime battaglie sul campo del Giotto Est, prima del passaggio all'impianto sportivo militare. Ricordi nitidi di un calcio romantico, fatto di sudore e risate.

L’omaggio ai pionieri

Il momento più emozionante è stato il tributo a chi quella favola l’ha sognata e realizzata. Un pensiero commosso è andato ai soci fondatori: Franco Boncompagni, Tommaso Casucci, Mauro Ciofini, Luigi Frasca, Martino Gelli, Luigi Giustini, Sandro Vagnoli, Giuliano Versari, Sergio Buoncompagni e lo storico presidente Luigi Mazzi. Un ricordo speciale è stato dedicato a Serboli, dirigente fondatore scomparso lo scorso novembre, la cui eredità morale continua a vivere nei racconti dei "suoi" ragazzi.

Una storia di appartenenza: dai piccoli amici alla Terza Categoria

Negli anni ’80 e ’90, la Cricca è diventata un punto di riferimento per il quartiere e non solo. Il settore giovanile ha visto crescere generazioni di bambini che hanno iniziato a rincorrere un pallone indossando l'orgogliosa maglia amaranto.

In bacheca sono arrivati successi di prestigio e campionati vissuti da protagonisti, anche quando ci si doveva arrendere a corazzate come il Sansepolcro. Un’escalation di passione che portò la società fino ai campionati della LND in Terza Categoria. La bellezza di questo percorso sta nel ricambio generazionale: quei bambini che esordirono con i colori della Cricca ne divennero poi i dirigenti, guidando l'attività fino ai primi anni 2000, quando la società si unì al Saione per fondare il Ponte.

La torta del mito

La serata si è conclusa con un rito simbolico: il taglio di una torta speciale decorata con il celebre logo della Cricca. Un sigillo dolce su una storia di sport e vita che ha unito generazioni diverse sotto lo stesso vessillo. Perché, come dimostrato dall'entusiasmo della cena, la Cricca non è stata solo una società di calcio, ma un’autentica famiglia legata da un filo color amaranto.