... con Francesco Stazzoni al microfono di Aldo Tani

Il DS Francesco Stanzoni, delle Badesse :"Possiamo essere grandi anche in D, la promozione non ci ha appagato».
16.08.2020 23:28 di  Antonio Bruno   vedi letture
Fonte: Ufficio Stampa Badesse Calcio Aldo Tani
... con Francesco Stazzoni al microfono di Aldo Tani

Il telefono che squilla, gli appuntamenti in agenda e i nomi sulla carta che diventano giocatori della rosa. Per Francesco Stazzoni, direttore sportivo del Lornano Badesse Calcio, è stato difficile rinunciare per lunghi mesi a buona parte della sua vita. Ora che però il pallone ha ripreso a rotolare, lo “Stazza” è tornato irrefrenabile. Modi spicci, ma sempre una parola per tutti, voce altisonante e una passione genuina da primo giorno di scuola. Perchè se è vero che la società biancazzurra lo ha reso un personaggio iconico del calcio regionale, senza di lui il Badesse sarebbe un mondo un po’ più grigio.

Direttore, come vi siete mossi?
«Questo ce lo dirà il campo. Purtroppo siam costretti ad aspettare ancora un po’, ma la curiosità è tanta. Il sistema delle quote ci ha obbligato a portare in rosa molti giovani. Non è di per sé un male, però la categoria richiede anche esperienza. Da quello che ho visto in questi giorni, l’approccio è ottimo. Speriamo che sia solo l’inizio di una bella avventura».

Il mercato a che punto è?
«Abbiamo due obiettivi: un difensore e una punta. Stiamo stringendo il campo per trovare i profili giusti. Siamo convinti del lavoro fatto fin qui, ma consapevoli che la nostra opera non è finita. A centrocampo invece siamo coperti. Se l’abbondanza è un problema, ecco noi ne abbiamo uno. Chiaramente, questo non significa che non ci potranno essere ritocchi. Però ripeto, aspettiamo il giudizio del campo, perché solo allora saremo in grado di muoverci con più precisione».

La serie D come si affronta?
«Siamo a un livello sotto il professionismo. Rispetto all’Eccellenza, è tutta un’altra storia. Serve qualità e noi crediamo di averne. Difettiamo ancora sul versante esperienza, ma siamo intenzionati a fornire a Guarducci la copertura adeguata anche su questo aspetto. Sia chiaro, la promozione non ci ha appagato».

Nel frattempo siete diventati la prima società della provincia. Quanto è orgoglioso?
«E’ un motivo di soddisfazione, anche se la retrocessione della Pianese e le vicissitudini del Siena ci hanno agevolato il compito. Aver raggiunto questo risultato per noi deve essere un punto di partenza e ne dobbiamo dare dimostrazione già da questo campionato. La società non si nasconde, ma la politica è non fare mai il passo più lungo della gamba. Quindi, andiamo adagio ma senza timidezza».

Quindi, Francesco Stazzoni cosa si aspetta?
«Siamo una neopromossa, ma senza voler essere presuntuoso, non è frutto del caso. Da due anni a questa parte è iniziato un nuovo ciclo societario. C’è grande voglia di fare bene, ma lo strafare non è nel nostro stile. Stiamo portando avanti una programmazione mirata al medio e lungo termine. Quest’anno puntiamo a essere una sorpresa, con l’obiettivo di entrare nelle prime cinque».

Essere uno dei pezzi portanti di questo progetto che significa?
«Responsabilità e orgoglio. Lavorando sempre in prospettiva, non ci possiamo limitare al momento. Azzeccare un giovane e vederlo crescere è una delle parti più belle del mio mestiere. L’anno scorso, in questo senso, ho vissuto una stagione fantastica. La riprova che abbiamo operato nel verso giusto, ci deriva dal fatto che diverse ragazzi sono con noi anche in questa stagione».

La linea verde è il vostro asso nella manica?
«Più che una scelta, è una necessità. L’emergenza sanitaria ha messo a soqquadro il mondo e il calcio purtroppo ne ha risentito. Al di là dello stop, che sotto il profilo personale è stato durissimo da digerire, anche a livello di budget le società hanno dovuto programmare in maniera diversa. Noi oggi ci ritroviamo in casa alcuni protagonisti della vittoria dello scorso anno. Per me sono come figli. Ora però mi aspetto che salgano un altro gradino».

Tra loro, Lorenzo Lombardini. E’ pronto alla prova di maturità?
«Un anno dietro a Marco Manis lo ha fatto sicuramente crescere molto. Però ora la musica è un’altra. Fisicamente non ha da invidiare niente a nessuno. Sta a lui dimostrare che può reggere la pressione e giocare da titolare in un campionato nazionale. Io sono convinto dei suoi mezzi. La società comunque non è rimasta a guardare e in rosa c’è un’alternativa più che valida, Emanuele Conti. Per entrambi sarà uno stimolo avere in casa un rivale di grande livello».

Mercoledì inizia il ritiro. Sarà decisivo anche quest’anno?
«La società ha voluto re-investire su questo momento. Non è scontato per questo livello, ma noi crediamo che sia giorni fondamentali non solo sul campo. Anzi, l’anno passato ne uscì un gruppo rafforzato, che nella prima parte del campionato andava a mille. Erano quasi tutti nuovi, eppure sembrava giocassero insieme da una vita. Considerando che il livello è molto più alto, ci auguriamo che l’esperienza dia gli stessi frutti anche in questa stagione».